L’AVVOCATO RISPONDE - LA RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE: TRA CORSE A OSTACOLI E GIUSTIZIA CONCILIATIVA
Come cambia il rapporto tra avvocato e cliente.
Il Parlamento italiano ha definitivamente approvato, il 25 novembre scorso, la riforma del processo civile.
Il titolo del disegno di legge n. 3289 parla di delega al Governo per l’”efficienza del processo civile e per la revisione degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie”.
Oltre che provvedere la “razionalizzazione dei procedimenti in materia di famiglia e in tema di esecuzione forzate”.
Le parole chiave sono quindi due: efficienza e razionalizzazione. Ora, che un processo poco efficiente sia di per sé ingiusto e irrazionale è pacifico.
Il guaio è che un processo veloce e razionale non è necessariamente un processo giusto. Mancano i decreti attuativi e la riforma dovrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Quindi per un’analisi complessiva bisognerà attendere ancora qualche mese. Ma possiamo già capire che cosa cambierà nel rapporto tra cittadini e Giustizia, ma anche tra cliente e avvocato. Chi agirà in giudizio dovrà, in poche parole, mettere subito tutte le sue difese sul tavolo.
Un po’ come – dagli anni Settanta del secolo scorso a oggi – è avvenuto e avviene nei processi di lavoro. Questo significa che il rapporto tra assistito e difensore dovrà essere molto stretto all’inizio del processo. L’assistito dovrà fornire subito tutti i documenti in suo possesso e indicare i testimoni. Il difensore dovrà essere bravo avere da subito chiari tutti gli sviluppi della causa, in modo da aiutare il suo cliente a raccogliere tutto ciò che è necessario e capire meglio come potrà andare il processo.
La riforma poi punta molto sugli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, di cui abbiamo recentemente scritto su questo giornale.
Considerato gli“ostacoli” che le nuove norme pongono per l’introduzione delle normali cause avanti al Tribunale e i limiti all’appello delle sentenze, la giustizia conciliativa dovrà essere attentamente valutata da chi vuole agire. E anche qui dovrà cambiare il rapporto tra cliente e avvocato.
La mediazione e la negoziazione assistita dovranno quindi essere una strada da seguire con attenzione. Abbandonando l’idea, anche di molti avvocati, che si tratti di una tappa inutile prima del percorso processuale. Perché non si può pensare che il mondo cambi, in tutti i campi, alla velocità della luce e che la risoluzione delle controversie debba per forza avvenire con gli strumenti processuali dello Stato, come due secoli fa.
Studio Legale Colombo Avvocato – Giornalista pubblicista
Tratto da Bareggio Live edizione di dicembre 2021
http://www.limedizioni.com/portfolio/bareggio-live-dicembre-2021/