Testo a cura di Rita Patanè
La Cenere vulcanica dell’Etna non più Rifiuto ma Risorsa.
Dallo scorso maggio, a seguito della proposta del Senatore giarrese, Cristiano Anastasi, la cenere vulcanica non è più un rifiuto speciale qualora venga riutilizzata in cicli produttivi. Lo stabilisce una modifica alla normativa introdotta nel decreto legge Semplificazioni del 2021, nello specifico l’art. 35, comma 1, lettera c), in materia di “Misure di semplificazione per la promozione dell’economia circolare” ove è riportato:
“Al fine di consentire la corretta gestione dei rifiuti e la migliore attuazione degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche al fine di promuovere l’attività di recupero nella gestione dei rifiuti in una visione di economia circolare”, vengono apportate modifiche, fra l’altro, per le ceneri vulcaniche “laddove riutilizzate in sostituzione di materie prime all’interno di cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”.
Un grande risultato, questo, che consentirà notevoli risparmi, non solo per i Comuni, che non dovranno portarla in discarica con costi esorbitanti di smaltimento, 140 euro circa a tonnellata, se catalogata come rifiuto solido urbano, circa 20 euro a tonnellata, se considerata terre e rocce da scavo, ma anche per tutti gli Enti coinvolti nell’iter di smaltimento.
Ma il Senatore Anastasi non si è fermato dopo la conversione del decreto legge in normativa, sta continuando a lavorare per andare avanti in tale direzione e riuscire a garantire l’attivazione di filiere per il recupero della cenere. In quest’ottica, il Senatore del Movimento 5 Stelle, è al lavoro per individuare il giusto percorso e sta collaborando con le Facoltà di Ingegneria ed Agraria dell’Università degli Studi di Catania ed, al contempo, con la Prefettura, per stabilire normative e pratiche che possano favorire economia e creare posti di lavoro e far sì che la cenere vulcanica da problema possa diventare risorsa.
Sono numerosi i progetti di riutilizzo della cenere vulcanica, dall’edilizia, all’agricoltura ad usi artistici. E chissà che non se ne possano trovare altri. Allo stato attuale, infatti, benché la normativa sia vigente non si sa, ancora, come trattarla. Temporaneamente i Comuni possono stoccare la sabbia in attesa che vengano attivate, appunto, tali filiere produttive.
Resta, comunque, un traguardo importante, finalmente, diventato reale.
Di Rita Patanè
Tratto da Il Giornale di Giarre edizione settembre 2021
http://www.limedizioni.com/portfolio/il-giornale-di-giarre-settembre-2021/