I Computer sono secondo taluni i migliori amici dell’uomo. Ma possono essere depositari delle domande fondamentali dell’Umanità? L’articolo, ospitato a pagina 11 de il Giornale di Albignasego, edizione di dicembre, a tema informatico, dedicato in particolare ai microchip, ci fornisce lo spunto per un’indagine, fantascientifica, ma fino a un cero punto, sull’argomento.
Fantascientifica perché questa domanda/risposta viene presentata ne L’ultima domanda (The Last Question, il titolo originale), un racconto di fantascienza partorito dalla fervida fantasia dello scrittore scienziato statunitense (di origini russe) Isaac Asimov e pubblicato per la prima volta nel 1956 molto tempo prima del Commodore…
Narra di un computer universale chiamato MultivAC (AC sono le iniziali, in lingua inglese, di Calcolatore Analogico) e del suo rapporto con l’Umanità, ambientato in sette diversi periodi storico-temporali. In ognuna viene posta al computer una domanda, ovvero come si possa affrontare la minaccia alla sopravvivenza umana portata dalla morte termica dell’Universo (che si raffredda quindi sempre più…). Ma ogni volta il computer afferma di non avere dati sufficienti per fornire una risposta significativa. Al termine del racconto e, al crepuscolo dell’Universo, gli ultimi nostri discendenti pongono ancora la domanda a un “nipote” del computer originale; ma questi, per l’ultima (e settima) volta non sa ancora rispondere… Calato il sipario sull’Universo il computer, fuori dallo spazio e dal tempo, continua però a funzionare e, finalmente, dà una risposta, peraltro di stampo biblico: E luce fu, mentre, al contempo, crea un nuovo Universo.
La prima domanda viene posta nel 2061 e forse non è casuale, visto che sarà l’anno in cui inizierà ad avvicinarsi sensibilmente alla Terra la Cometa di Halley nel suo prossimo passaggio previsto per il 2062; si tratta della cometa più famosa della storia che torna a farci visita ogni 76 anni e che, erroneamente, è stata in passato identificata con la Stella di Natale.
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