Covid 19 il libro a Codogno

Domenica 21 novembre 2021, in Piazza XX settembre, nell’ambito delle manifestazioni in programma per la Fiera di Codogno, edizione numero 230, è prevista la distribuzione, a cura del Gruppo Giovani del locale comitato della Croce Rossa Italiana, del volume Covid 19: Noi c’eravamo.
Si tratta di una pubblicazione nata a Codogno, primo epicentro della Pandemia in Italia con il tanto citato paziente numero 1, curata da Lime Edizioni.
Il volume, che potrà essere ritirato, uno per famiglia di residenti, nel corso della giornata, si focalizza sulle tante piccole e grandi (ma tutte toccanti) esperienze dei giorni contrassegnati dal Lockdown, intrise di impegno, solidarietà e speranza; perché chi tanto ha dato, o tanto ha vissuto in quei giorni a Codogno, porterà per sempre queste esperienze con sé.

Ma la pandemia da Covid-19 ha cambiato il mondo, non solamente per quanto riguarda il conteggio drammatico delle vittime, ma anche per  gli effetti complessivi che ha avuto in ogni ambito in primis ovviamente sulla salute.

Spulciando in Rete, ecco che cosa affermano alcuni studi, iniziando dall’università di Oxford dove è stato calcolato come sia cambiata l’aspettativa di vita dei cittadini, e quanti anni di vita sono andati perduti, di conseguenza, per colpa della Pandemia; confrontando, infatti, la mortalità assoluta di un anno con la media degli anni precedenti, emergerebbe la somma record di 28 milioni di anni di vita persi, causa Corona Virus; i ricercatori hanno effettuato anche un raffronto, fra quanto successo nel 2020 rispetto all’epidemia influenzale del 2015, e l’eccesso di anni di vita persi sarebbe addirittura quintuplicato.

Ma non è tutto visto che, parlando di aspettativa di vita, in tutti i paesi analizzati per oltre un decennio il trend, in progressivo miglioramento, è stato ribaltato di colpo; il record (tutt’altro che ambito) sarebbe da assegnare alla Russia (2,32 anni in meno rispetto al 2019), mentre nel Bel Paese ci si assesterebbe intorno agli 1,35 anni. Il tutto tralasciando gli impatti emotivi e psicosomatici dei periodi di Lockdown e quarantena.

La Pandemia ha avuto quindi costi pesantissimi in termini sanitari, sociali ma ovviamente anche economici.
E in quest’ultimo ambito, in particolare, che cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi?

Prima di tutto una buona notizia: l’economia dell’UE si sta riprendendo più rapidamente del previsto dalla recessione, visto che in primavera è ripresa la crescita la quale si è protratta senza interruzioni in estate, sostenuta dalla riapertura dell’economia e, secondo le proiezioni, continuerà a espandersi, raggiungendo un tasso di crescita del 5 %, del 4,3 % e del 2,5 % rispettivamente nel 2021, 2022 e 2023; con una percentuale pari a quasi il 14 % su base annua, il tasso di crescita del PIL nell’UE, nel secondo trimestre del 2021, è stato il più elevato mai registrato e la fase espansiva dovrebbe essere trainata dalla domanda interna, sostenuta dalla spesa per i consumi.

E il mercato del lavoro?
I mercati del lavoro dell’UE sono notevolmente migliorati, grazie all’allentamento delle restrizioni sulle attività destinate ai consumatori; in dettaglio, nel secondo trimestre di quest’anno l’economia dell’Unione Europea ha creato circa 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro; il tasso di disoccupazione è di conseguenza diminuito e, secondo le previsioni, l’occupazione nell’Unione crescerà a un tasso dello 0,8 % quest’anno, dell’1 % nel 2022 e dello 0,6 % nel 2023.

Ma c’è il rischio inflazione…
Pressioni temporanee sui prezzi a livello mondiale, infatti, faranno raggiungere il massimo storico degli ultimi dieci anni all’inflazione che, dopo essere stata per diversi anni bassa, sarà superiore alle previsioni, passando dal negativo -0,3 % dell’ultimo trimestre del 2020 al +2,8 % a fine 2021.

 

 

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