Etna, Monte Olimpo e Marte

Etna, Monte Olimpo, Marte e ritorno.
L’articolo comparso a pagina 11, de Il Giornale di Giarre, edizione di settembre 2021, dedicato all’Etna, ci fornisce lo spunto per parlare di un vero e proprio gigante delle eruzioni.

Se vi impressionano le immagini delle eruzioni vulcaniche targate Etna, il nostro Mongibello, immaginatevi il botto da parte di un vulcano alto 25 km, quasi tre volte il nostro Everest. E se considerate che tale soggetto si trova all’interno di una depressione di 2 km, il risultato è che il viaggio dei lapilli raggiungerebbe i 27 km.
Fantascienza, fantasy? No, astronomia al 100% anche se riguardante un altro mondo, ovvero il pianeta rosso, quindi Marte, il sidus dedicato al dio romano della Guerra. Il suo nome è Olympus Mons (dal latino, Monte Olimpo per gli antichi Greci e Romani la sede degli dei) e sii tratta di un vero e proprio nido degli dei, posto all’interno della regione vulcanica di Tharsis dove trovano posto altri tre edifici vulcanici e dall’età stimata in 200 milioni di anni, proprio come i dinosauri…

Ma niente paura, questa struttura che occupa oltre 500 km di diametro sul pianeta Marte è oramai spenta ma l’impressione (o se preferite i dati impressionanti…) restano intonsi.

Il Monte Olimpo fu osservato per la prima volta al telescopio nel XIX secolo (nel 1877 per la precisione) dall’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli dalla specola di Brera, in quel di Milano. La sua attenzione fu catturata, in particolare, da un bagliore che ricordava quello di una cima innevata, a cui dette il nome di Nix Olympica, la Neve dell’Olimpo o neve olimpica; oggi sappiamo che si trattava, quasi sicuramente, di anidride carbonica ghiacciata.

Altro dato record riguarda il bordo esterno del Monte Olimpo – vulcano una scarpata di circa 6 km, ben oltre il nostro Monte Bianco, dunque. La sua superficie è così grande che un marziano non riuscirebbe a osservarne il profilo, a causa della la curvatura del pianeta. Per goderselo nella sua interezza non resta che osservarlo dall’orbita come hanno fatto tante sonde spaziali. E chi posasse per primo la bandiera sulla cima dell’Olimpo, avrebbe un’altra sorpresa; causa la sua pendenza, il vulcano si estenderebbe infatti per tutto l’orizzonte; il provetto scalatore, quindi, non sarebbe in grado di apprezzare l’intera struttura.

http://www.limedizioni.com/portfolio/il-giornale-di-giarre-settembre-2021/

I commenti sono chiusi.