Viaggiare con i bambini li renderà più intelligenti e più bravi a scuola. Lo dimostra una ricerca della Student and Youth Travel Association (SYTA) e riportata sul sito made in Usa Travelandleisure.com, basata su un campione di 15000 insegnanti statunitensi. Ben il 74% degli esperti dell’educazione intervistati è concorde sul fatto che viaggiare abbia un impatto positivo “sullo sviluppo personale degli studenti”. In più, il 56% di loro crede che l’abitudine a viaggiare sin da piccoli possa avere impatti positivi anche sulla carriera degli studenti.
Ma in che modo viaggiare può aiutare bambini e ragazzi a farsi strada nel mondo del lavoro? Secondo gli intervistati, chi è abituato fin dalla tenera età a viaggiare e ad interfacciarsi con culture diverse da quella di origine sviluppa una maggior tolleranza e rispetto più profondo per gli altri, oltre a una maggior predisposizione ad imparare e a confrontarsi con le novità.
Viaggiare non solo stimola l’apprendimento in classe, ma aiuta i bambini anche nella socializzazione fuori da scuola: i piccoli viaggiatori sono più indipendenti, hanno maggior stima in sé stessi, sono più sensibili e si adattano più facilmente alle situazioni. Inoltre, sono più intraprendenti e si sanno esprimere mediamente meglio dei bambini abituati a stare a casa. Per finire, secondo gli insegnanti, chi ha esperienze di viaggio risulterà più attraente per i recruiter al momento dell’ammissione al college.
Per aprire la mente dei bambini e stimolare le loro capacità non è necessario portarli in viaggio dall’altra parte del mondo: è sufficiente accompagnarli alla scoperta di città poco lontane da casa, o di campagne appena fuori porta. Quello che conta è fornire loro nuovi stimoli, e dargli “il la” per scoprire cose differenti. E come l’appetito, la voglia di viaggiare viene viaggiando.
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