Un volo nell’iconografia dell’Angelo: un viaggio nell’arte (parte II)

Nel Vecchio Testamento l’Angelo viene identificato per la prima volta con l’Angelo di Jahvé e si qualifica come intermediario tra Dio e l’uomo. Sempre nel Vecchio Testamento fanno la loro apparizione le schiere celesti ossia gli eserciti di Angeli come espressione della potenza divina, i Serafini e i Cherubini che hanno il compito di lodare e manifestare la sapienza e la maestà divina.
Molti studiosi concordano con il pensiero di San Tommaso d’Aquino nel riconoscere agli angeli il ruolo di intermediari tra Dio e l’uomo e che l’Angelo è inviato da Dio per proteggere e guidare l’umanità, ed ha funzione di portare a Dio le preghiere degli uomini intercedendo per noi.
Nel nuovo testamento gli angeli svolgono prevalentemente il ruolo di messaggeri: nel Vangelo di Matteo troviamo l’angelo che appare in sogno a Giuseppe e l’angelo che lo esorta alla fuga in Egitto; nel Vangelo di San Luca troviamo l’angelo dell’annuncio a Maria, l’angelo che annuncia ai pastori la nascita di Gesù e l’angelo che annuncia a Zaccaria la nascita di San Giovanni Battista.

Il termine “Angelo” deriva dalla traduzione in greco di una parola Ebraica, “mal’akh”, che significava originariamente “le ombre del fianco di Dio”. In seguito fu intesa dagli studiosi con il significato di “messaggero” e l’identità degli angeli divenne collegata alla loro funzione, riferendosi specialmente alla relazione con Dio. Le lettere “el” che completano i nomi degli angeli (Micha-el, Gabri-el, Rapha-el ecc.) e la stessa parola “ange-el-o”, si trovano in molte lingue ed in genere significano “compiere il volere di Dio” .

La natura spirituale degli Angeli ha portato l’arte di tutti i tempi alla ricerca delle forme più adatte per rappresentare questi esseri, di per sé invisibili, ma l’arte cristiana, sin dalle sue rappresentazioni, non ha esitato a rappresentare gli angeli con un corpo umano. Gli angeli quando sono paragonati agli uomini sono dotati di un corpo spirituale ma se visti accanto a Dio, risultano esseri corporei perché non possono essere come lo Spirito divino.

Nell’arte moderna possiamo trovare la rappresentazione di angeli dal sesso femminile, come dimostra ad esempio, un dipinto di William Degouve De Nuncques, un pittore simbolista, intitolato “Gli angeli della notte”, conservato al Rijksmuseum di Otterlo. La scena, dalla forte connotazione onirica, è un notturno dove compaiono tre angeli uno dei quali è colto nell’atto di baciare un altro essere femminile. Questo dipinto è la dimostrazione di come gli artisti utilizzino formule iconografiche che traducono visivamente il pathos dell’antichità, stabilendo un rapporto, quasi sempre inconsapevole, con cristallizzazioni di antiche energie psichiche presenti nella memoria collettiva.
(Continua)

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Tratto da il Giornale di Giarre Edizione di febbraio 2022 
A cura di Serena Pagano 

Immagine:
Gli angeli della notte, William Degouve De Nuncques, Rijksmuseum, Otterlo

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