Articolo a cura di Massimo Vernacotola
Invocare la pioggia: un rito vecchio quanto il mondo. La cerimonia per invocare la pioggia ha visto in processione un prezioso crocefisso, patrimonio della cristianità e oggetto di venerazione da parte di devoti che giungono in città da ogni dove.
Le preghiere perla pioggia sono sempre esistite. Nell’antica Roma, durante la cerimonia chiamata “aquilicium“, matrone scalze e con i capelli sciolti salivano sul Campidoglio, facevano ruzzolare pietre e invocavano Giove Pluvio a squarciagola simulando il brontolio del tuono (ancora oggi si pensa che il cantare stonando porti la pioggia!). L’idea che Dio mandi l’acqua in risposta ai comportamenti umani è nella Bibbia: “Se seguirai i miei comandamenti, ti manderò la pioggia“. Se questa si faceva attendere, la gente pensava che qualcuno avesse peccato.
Alcune processioni medioevali dei flagellanti venivano indette ogni volta che la siccità minacciava i raccolti. Il meccanismo psico-sociale, disciplinato dalle religioni e che accomuna quasi tutte le preghiere e le cerimonie, è l’attribuzione della collera divina a una colpa della collettività degli uomini.
L’espiazione che nelle culture arcaiche esigeva il sacrificio umano, ora richiede almeno una preghiera. Alla metà del quarto secolo, papa Liberio trasformò per la prima volta la cerimonia pagana di invocazione delle precipitazioni in una pubblica preghiera cristiana. Da allora l’uso è rimasto e ancora oggi il vescovo, in caso di prolungata siccità, indice una processione o un pellegrinaggio ‘ad petendam pluviam‘ (per invocare la pioggia).
Una preziosa reliquia
A Tradate il rito, svoltosi il 2 Luglio, ha visto in processione una reliquia non comune, un crocefisso considerato fra i quattro miracolosi della Lombardia.
Il crocefisso ligneo, portato a spalla attraverso i campi delle Ceppine fino alla chiesa di San Bernardo, è venerato da persone provenienti anche da molto lontano ed è conservato come tutti sanno nel Santuario del Santo Crocefisso, la chiesa a cui sono maggiormente devoti i tradatesi.
Che confermano come nei secoli passati più volte la misericordia di Dio abbia donato la pioggia in tempi di siccità e di carestia, dopo che i contadini ebbero portato il crocefisso per i campi inariditi. Come in occasioni anche recenti, in cui è stato necessario fare fronte comune per affrontare un problema di tutta la comunità, furono i cittadini di Tradate a provvedere al mantenimento della Chiesa quando nel 1770 una disposizione delle autorità austriache la mise in vendita: un’unità d’intenti che da sempre accomuna la Città e che non deve essere smarrita. Anche quando tornerà a piovere.
Di Massimo Vernacotola
Tratto da Il Giornale di Tradate edizione luglio 2022
http://www.limedizioni.com/portfolio/il-giornale-di-tradate-luglio-2022/