L’articolo intitolato Novateca, l’arte dei giochi da tavolo e di ruolo, comparso sul numero di agosto de Il Giornale di Novate Milanese, ci ha dato l’idea per scrivere un post sulle carte, che non possono di certo mancare in una realtà ludica. In particolare, focalizzeremo l’attenzione su un personaggio che ha letteralmente fatto la storia, ovvero Napoleone Bonaparte; capace di lasciare traccia in molti campi, ha detto la sua anche nel mondo dei giochi e dei passatempi, come già abbiamo visto, sia pure en passant, in un precedente post riguardante Selvazzano Dentro.
Entriamo nel dettaglio e, con una battuta, che ha peraltro un fondo di verità, diciamo: Napoleone e gli scacchi? Meglio le carte!
Napoleone era in realtà un tipo solitario, o meglio da solitario: il Solitario di Napoleone, infatti, è tra i più famosi e prende il nome dall’Imperatore di origine corsa; tra i più belli in circolazione, soprattutto perché la soluzione non dipende solo dalla fortuna ma anche dall’abilità del giocatore, sembra che questo gioco abbia fatto passare il tempo a Napoleone durante l’esilio negli ultimi anni della sua vita.
Ma non dobbiamo pensare a un passatempo, esclusivamente relegato agli anni del tramonto in quel di Sant’Elena, nell’Oceano Atlantico profondo. Pare infatti che anche in precedenza Napoleone tenesse sempre a portata di mano, prima di ogni battaglia, un mazzo di carte pronte all’uso e, secondo talune fonti, che alcune delle sue strategie vincenti fossero dipese proprio dalla positiva riuscita del Solitario; addirittura, ma forse qui si sfora nella leggenda metropolitana, sembra che il grande generale traesse degli auspici dalle partite.
Scendendo nel dettaglio, il gioco si dipana, con due mazzi di 52 carte francesi (ça va sans dire), in questo modo: si cerca di disporre gli otto assi come basi, e quaranta carte scoperte in quattro file da dieci carte l’una, oltre a una quinta fila di otto carte.
Gli assi, quando vengono scoperti, vanno disposti al centro della tavola in modo da creare una fila verticale.
Lo scopo del gioco è riuscire ad realizzare delle sequenze ascendenti, a partire dagli assi, formate da carte tutte dello stesse seme.
Le sole carte che possono essere spostate sono quelle più esterne di ogni riga orizzontale, ma è consentito spostarle solo qualora si possa portare una carta sulla sua sequenza al centro del gioco, oppure quando si può appoggiare la stessa carta su un’altra posta al termine di una fila, in modo da formare una sequenza, con carte dello stesso seme, o ascendente o discendente.
Ma c’è un altro solitario che viene erroneamente attribuito a Napoleone Bonaparte. Questa però è un’altra storia…
Come abbiamo visto, la fama di Napoleone ha fatto sì che, nonostante fosse un giocatore di scacchi poco più che mediocre, nel tempo siano fioccati/emersi report di partite giocate dal generale/imperatore francese/corso.
E basta digitare su Google, Yahoo, Bing etc Napoleone e scacchi per trovare decine di risultati e schede di match più o meno reali come testimoniato dai post.
E se da una parte sembra che Napoleone preferisse la Dama, dall’altra è assolutamente assodato come fosse un grande appassionato di giochi di carte, in particolare del Solitario che, come visto sopra, prende il nome da lui, ovvero il Solitario di Napoleone.
Ma anche in questo caso, storia, leggenda (metropolitana o meno che sia) ha colpito ancora.
Infatti, viene talvolta associato all’Imperatore, un gioco di solitario che con lui, almeno apparentemente, non ha nulla a che fare: ovvero il Solitario Klondike.
Considerato da molti il Solitario (con la s maiuscola), ha ricevuto una nuova spinta e nuovo vigore con l’avvento delle app. Grazie infatti alle applicazioni lo si può trovare in versioni scaricabili su smartphone e tablet su tutto i market (Google/Android oppure Apple/iTunes).
Ecco le regole nel dettaglio:
Anche qui si gioca con un solo mazzo di carte francesi (52 carte Jolly esclusi); le carte coperte sono disposte a sinistra del tavolo, ne vengono estratte sette disposte da sinistra a destra senza rovesciarle.
Poi inizia il gioco vero e proprio e quindi si continua a distribuire carte in modo che ogni colonna ne abbia un numero uguale alla sua posizione (la prima colonna una, la seconda due, ecc…).
Le carte si devono pescare dal mazzo in alto a sinistra e impilarle con colori alternati e le colonne possono essere parzialmente o completamente spostate sempre seguendo la regola dei colori alternati.
Detto che una colonna vuota può essere riempita solo con il Re o con una pila di carte con il Re in cima, ci sono tre modi mediante i quali pescare dal mazzole carte:
- girare tre carte in una sola pescata (e tutte e tre possono essere messe in gioco):
- girare tre carte in una sola pescata (in questo caso invece possono essere messe in campo secondo l’ordine in cui emerse dal mazzo);
- girare una carta alla volta.
Il solitario risulta vincente nel momento in cui tutte e quattro le pile di carte, una per seme, risulta completata nella giusta sequenza e nel mazzo non rimangono più carte; in caso contrario, vince il mazzo (e/o banco se preferite).
Viste le regole del solitario di Napoleone e Klondike, e le relative similitudini e/o affinità (più o meno elettive), diventa chiaro il motivo della confusione e/o erronea attribuzione.
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