Social network o media e teorie sociali

I social aiutano anche a rendere più gradevoli  le cene fra amici o presunti tali?
Per esempio: se devo invitare due amici a cena, la serata avrà più probabilità di riuscire se gli interessati siano in sintonia o meno?

L’articolo comparso a pagina 5 nell’ultima edizione, dicembre 2021, de Il Giornale di Macerata, dedicato al mondo dei social, ci fa da apripista per un’indagine davvero interessante e che prende le mosse nell’era pre Internet anche se sempre di stringente attualità: si tratta  della Teoria dell’Equilibrio Sociale, formulata allo psicologo austriaco Fritz Heider negli anni ‘50 del secolo scorso, secondo la quale le relazioni da prendere in considerazione sono le seguenti: l’amico del mio amico è mio amico; il nemico del mio amico è mio nemico; l’amico del mio nemico è mio nemico; il nemico del mio nemico è mio amico.
Ma Facebook and friends che cosa c’entrano? Ecco la risposta: la difficoltà di testare questa teoria psicologica/sociale era rappresentata finora dalla mancanza di dati affidabili, visto che i test erano stati effettuati su scala ridotta e quindi le statistiche conseguenti erano poco chiare e affidabili.
Ma un nuovo mondo, che oramai ha fatto ingresso a gamba tesa nelle nostre vite, potrebbe essere d’aiuto, ovvero i social network e social media ed ecco comparire sul proscenio il nostro Facebook (in compagnia di Twitter, LinkedIn, Tumblr, Instagram e chi più ne ha più ne metta).
Su Internet infatti, si possono incontrare comunità di centinaia di migliaia di individui che interagiscono fra loro in preda a sentimenti di amicizia, simpatia, antipatia, lanciando campagne di guerra e pace.
Facebook and Co., rapporti di amicizia e inimicizia ma qual è il nesso con gli amici? Il principale aiuto, per migliorare i rapporti e capire chi fa al caso nostro e chi no, gli amici insomma, sorprese delle sorprese, non ci viene però dalla madre di tutti i social network, ovvero Facebook.
Se la più nota fra le community on line presenta infatti il tasto mi piace (I like), alla stessa manca il suo contrario (non mi piacedislike) per distinguere amici da nemici, il tasto doppio è presente invece, per esempio su You Tube che quindi, per questa indagine, rappresenta un test decisamente più interessante. Ma anche in altri social dove queste funzioni bifronti, ma opposte, compaiono o comparivano (vedi Epinions o Slashdot), dove ai loro epigoni era o è concessa la possibilità di esprimere giudizi negativi sui membri della community, si manifestano risultati interessanti che sembrerebbero dare ragione alle teorie di Heider, ovvero le situazioni negative sono evitate e le comunità sociali hanno un bilanciamento positivo: così gli individui segnalati come amici o nemici da grandi gruppi di individui sono in connessione fra loro.
Ma il dubbio è se i giudizi espressi siano il frutto di scelte consapevoli al 100%, oppure siano influenzate dall’opinione comune di chi ha espresso giudizi prima di noi o da chi consideriamo autorevole. In attesa di venire a capo della questione, sulla base di recenti ricerche comunque si sono osservate una certa tendenza e evitare cicli negativi: quasi a dire che il conformismo sia presente anche un po’ nei nostri geni…

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