Spam, Phishing, Fake News: un articolo, su queste ultime, comparso sul giornale Bareggio Live, edizione luglio 2021, ci fornisce lo spunto per un viaggio a puntate su questi termini che, nati in ambito informatico, sono stati sdoganati nella vita di tutti i giorni, entrando nel gergo e nella vulgata comuni.
Iniziamo proprio con lo spam, voce sinonimo di concorsi con vincite mirabolanti, orologi di lusso a costi contenuti, conti correnti da sbloccare (anche se qui spesso sforiamo nell’altro ambito sopra citato e chiamato phishing…) e tanto altro; decine di messaggi per un unico comune denominatore, ovvero posta indesiderata, junk-mail (ecco un altro termine anglo-informatico), posta-spazzatura o meglio… spam!
Lo spamming (fare spam o spammare) è infatti, nel gergo informatico, l’invio di ingenti quantità di messaggi indesiderati, principalmente attraverso Internet e quindi le e-mail.
Spam ma chi era costui, potremmo chiederci parafrasando Alessandro Manzoni, o ancora meglio, qual è la storia di costui o costei?
Spam, in principio, era una marca di carne in scatola, pubblicizzata in maniera quasi ossessiva, in Inghilterra, nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale. E di qui il l’accostamento alla pubblicità seriale in grado di intasare le nostre caselle di posta elettronica e la memoria di sistemi di instant messaging, vedi Telegram, WhatsApp e dintorni…
La nostra (o il nostro) spam viene sdoganata nell’immaginario collettivo da uno sketch comico (del gruppo Monty Python), ambientato in un locale dove la cameriera a ogni pietanza offriva ai commensali piatti sempre a base di pancetta spam: un vero e proprio tormentone, memorabile al pari di altri visti nella storia della televisione, quali per esempio la birra e salsicce in Totò Sceicco, Il gelato al pistacchio di Erminio Macario o la mitica bibìta di Stanlio e Ollio ne I due ammiragli.
Un tormentone capace di resistere fino alle soglie del III millennio e guadagnarsi, così, un posto sul podio dei moderni tormentoni a base di… pubblicità indesiderata…
Per la gioia (anche economica) degli informatici che così hanno dovuto inventare i filtri anti… spam!
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