Tartufi e turismo matrimonio perfetto, al punto che ci sono addirittura coppie che si sposano in Italia, dichiarandosi il loro amore attraverso una particolare procedura, ovvero vengono coinvolte in una sorta di caccia al tesoro. I tartufi vengono poi preparati ad hoc e nascosti insieme alle fedi nuziali per una dichiarazione di amore eterno.
Turismo più tartufo, scrivi fiere e sagre, per leggere sulle carte geografiche città, cittadine e pesi quali Alba (CN), Savigno (BO), Sant’Agata Feltria (RN), San Miniato (PI), San Pietro Avellana (IS), San Giovanni d’Asso (SI), Città di Castello (PG), Moncalvo (AT) per un totale di quasi 120 eventi dedicati e una filiera che, nel 2021, secondo le stime potrebbe generare – a livello nazionale – un fatturato pari a 62 milioni di euro circa.
Perché il tartufo, detto anche pepita nera o bianca a seconda della varietà, è sinonimo di un sapore a base di antichi saperi e tradizioni, contraddistinto dal rapporto intenso e indescrivibile tra i professionisti del settore e della ricerca, conosciuti come tartufai e i loro quattro zampe dal naso d’oro (un cane, assolutamente di razza mista, dal fiuto finissimo e addestrato), un legame particolare oggi addirittura in lizza per il riconoscimento dell’Unesco.
Turismo sì perché nella filiera sopra citata sono nate varie offerte quali caccia al tartufo, visite ai laboratori di trasformazione, lezioni di cucina, cene e degustazioni, trekking del fungo sotterraneo, escursioni e visita alle numerose fiere in calendario.
Senza dimenticare che… bastano pochi grammi, una decina appena, per impreziosire abbondantemente una portata tra le quali carne cruda battuta al coltello, uovo fritto, i tajarin (i taglierini in piemontese) in bianco e la fonduta.
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