Turismo e notti Polari

Turismo anche al freddo perché, in questo periodo dell’anno, non si vive di sole settimane bianche e o vacanze ai tropici, al caldo estivo australe: c’è infatti chi va a caccia delle emozioni legate alla notte polare nei periodi a cavallo del solstizio invernale. Andiamo a conoscere questo fenomeno astronomico legato a un turismo sotto zero del quale abbiamo accennato, en passant, quando ci siamo occupati delle aurore boreali o polari che siano o dir si vogliano. Notte Polare e solstizio d’inverno, ovvero un rapporto stretto valido per tutti e due gli emisferi, boreale e australe che sia, ma quale è la natura del fenomeno, di fatto che cosa succede nelle zone più a nord e a sud dell’equatore? Si tratta di un fenomeno antitetico al Sole di mezzanotte (che va in scena nel periodo del solstizio estivo), detto Kaamos, che in lingua finlandese o finnica significa proprio notte polare, identifica il periodo nel quale il Sole mai sorge al di sopra dell’orizzonte ed è considerato da taluni il periodo più bello dell’anno per merito dei colori meravigliosi che sa regalare. Passando al versante strettamente astronomico, se guardiamo ai dati del Sole di mezzanotte (quindi fenomeno dell’estate), rispetto a quelli della notte polare (quindi invernale) notiamo qualche differenza degna di nota. Prendiamo come esempio la città finlandese di Ivalo dove il sole non sorge dal 3 dicembre al 9 gennaio, per un totale di 37 giorni con una differenza di circa 20 giorni in meno rispetto alla durata del Sole di mezzanotte; il fenomeno si spiega con l’estensione della sfera solare nel cielo, visto che il Sole di fatto occupa, nella sua interezza, circa mezzo grado di cielo e quindi se definiamo il Sole di mezzanotte come il periodo in cui non tramonta completamente si ammette che anche un piccolo spicchio rimanga sopra l’orizzonte, mentre per la notte polare è necessario che si trovi interamente al di sotto; in definitiva, lo spessore angolare della nostra stella del giorno spiega la differenza tra la durata dei due fenomeni, che non esisterebbe se prendessimo in considerazione il punto centrale del Sole medesimo. La notte polare, capace di durare da oltre 24 ore e fino a un massimo 6 mesi (per esempio nei dintorni della base antartica Amundsen-Scott), conosciuta anche come buio di mezzogiorno, è quindi un fenomeno astronomico che si verifica in inverno e in zone che si trovano a determinate latitudini, ovvero al di sopra del circolo polare artico e al di sotto quello antartico, con alternanza di semestre in semestre, mentre la sua durata è influenzata dalla latitudine geografica del luogo in cui questo fenomeno si manifesta e il culmine si registra ovviamente durante il Solstizio d’inverno. Detto che la notte polare si manifesta, come già accennato sopra, nelle regioni più settentrionali e meridionali della Terra, unicamente nelle zone che si trovano all’interno dei circoli polari terrestri, va però sottolineato come, non essendoci insediamenti umani permanenti a Sud del Circolo Polare Antartico (salvo alcune stazioni di ricerca), è possibile ammirare questo fenomeno principalmente nelle aree al di sopra del circolo polare artico (per esempio in alcuni territori di Canada, Alaska, Finlandia, Norvegia, Svezia e Groenlandia), le terre delle cosiddette notti bianche, un altro fenomeno legato a filo doppio a quello della notte polare. Dal punto di vista geografico va sottolineato come la particolare inclinazione dell’asse terrestre, che segna la posizione del Polo Nord Celeste e del Polo Sud Celeste, influenzi la posizione del Sole che rimane sotto la linea dell’orizzonte per diverso tempo e il grado di oscurità che si registra nelle ore diurne, infatti, è determinato proprio dal periodo di tempo in cui il Sole rimane sotto l’orizzonte. Non in tutti i territori però, si registrano giornate completamente buie a volte si tratta di un lungo crepuscolo, in un certo senso; per essere precisi, un’oscurità totale si registra solo alle estremità dei poli terrestri, nella fascia che dista non oltre 5,5° gradi dagli stessi, mentre allontanandosi da quest’area si assiste a diverse tipologie fenomeniche; per esempio, nelle aree man mano più distanti e in prossimità dei circoli polari, il Sole si avvicina molto all’orizzonte, senza oltrepassarlo, e quindi si assiste alla presenza di un’affascinante luce crepuscolare (il cosiddetto crepuscolo polare).

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