Secondo uno studio svolto dall’Università di Bergamo e da World food travel association, un’italiano su due preferisce fare viaggi enogastronomici. Una percentuale che è più che raddoppiata in due anni, visto che nel 2016 si aggirava intorno al 21%. Le mete più allettanti per chi viaggia alla scoperta di sapori e tradizioni sarebbero, sempre secondo lo studio, la Sicilia e Napoli.
Quello che interesserebbe di più i turisti è, secondo lo studio, il cosiddetto “paesaggio enogastronomico”, ossia l’insieme di cultura, persone, ambiente, attività e prodotto tipico: una somma di caratteristiche prese via via di più in considerazione nella scelta della meta delle proprie vacanze.
Tra le Regioni che riscuotono più interesse tra i turisti italiani per un viaggio all’insegna delle tradizioni culinarie, la capolista è la Sicilia, seguita da Toscana ed Emilia Romagna. Napoli, invece, è la città che mette più di tutte l’acquolina in bocca; Roma e Firenze sono rispettivamente al secondo e al terzo posto in classifica. Quando si tratta di mangiare e bere, gli italiani sono ben disposti anche a oltrepassare i confini nazionali, per dirigersi alla volta di Spagna e Francia, con Parigi, Barcellona e Madrid come “capitali” del mangiar bene.
Le esperienza che gli italiani cercano sono, oltre alla degustazione di prodotti tipici, le visite ai mercati locali (82%), oppure a bar e ristoranti storici (72%). In molti scelgono anche di dare un’occhiata ai luoghi di produzione: prime tra tutte le aziende agricole (62%), che attraggono più visitatori rispetto alle cantine (56%).
Qual è l’identikit del viaggiatore enogastronomico medio? In generale si tratta di persone sposate o che convivono e provengono da tutto il Paese, in particolare dall’Italia meridionale. Ma l’amore per i viaggi a sfondo culinario colpisce trasversalmente tutte le fasce d’età: tanto la Generazione X (ovvero i nati tra il 1965 e il 1980) quanto i Millenials (nati tra il 1981 e il 1998) sono affascinati dai viaggi alla scoperta di sapori e tradizioni.