Viaggio sull’Etna: mitologia e simbologia (parte I)

Testo a cura di Serena Pagano

Viaggio sull’Etna: mitologia e simbologia del vulcano meritevole del Gran Tour.
L’Etna é mia madre e io abito in un bell’antro tra le concave pietre (Idyllia 9,15)

I Greci conoscevano l’Etna come Aitna (da aitho cioè bruciare) e i Romani come Aetna, ma anche l’origine sicana la identifica come Aith-na, ardente. Entrambe provengono dalla medesima radice ai-dh cioè fuoco, bruciare. Gli arabi la definirono “montagna di fuoco”, Jabal an-Nàr, poi latinizzato in Mons Gibel, successivamente volgarizzato in Mongibello o mungibeddu. Tale definizione però incontra anche l’origine in Mulciber (qui ignem mulcet - che placa il fuoco), nome con cui veniva identificato il dio Vulcano.
In tempi recenti il nome Mongibello è rimasto a indicare la sola parte sommitale dell’Etna, ovvero l’area dei due crateri centrali e dei crateri sud-est e nord-est.

Nell’antichità classica l’interessamento dei Greci per l’Etna è stato tale che Euripide considera il vulcano posto in territorio ellenico: Ulisse, infatti, si rivolge al Ciclope con queste parole: “Abiti i recessi dell’Ellade, sotto l’Etna, il monte che erutta fuoco”.
Tucidide nel rievocare la distruzione della terra dei Catanesi, ricorda che “essi abitano ai piedi del monte Etna, che è il più alto monte della Sicilia”.

Teocrito fa dire al pastore Menalca: “L’Etna è mia madre ed io abito in un bell’antro tra le concave pietre”. (Idyllia 9, 15)

L’Etna ha sempre destato paura perle eruzioni e stupore per la mole e la bellezza. Pindaro chiama l’Etnacolonna del cielo” e descrivendone un’eruzione (del 475 o 479 a.c.) la definisce: “mirabile prodigio a vedere, meraviglia anche a udire”.

Il retore Longino (I sec. d.c.), descrivendo i fenomeni celesti che spesso sbalordiscono e ottembrano la mente (per la paura), ritiene che nessuna cosa sia più degna di ammirazione dei crateri dell’Etna dalla cui profondità, durante le eruzioni, vengono espulse pietre (De sublimitate 35,4,6).

Il vulcano ha dato luogo ad un ricco fiorire di miti negli autori antichi greci, miti che poi ebbero una grande fortuna presso alcuni autori latini antichi, tardo-antichi e medievali.
È opportuno procedere ad una panoramica dei principali personaggi mitologici collegati con l’Etna, ricordando che Demetrio di Callia riferisce che i figli di Briarco, uno dei Ciclopi, erano Sicano ed Etna, da cui il nome.

Tifone, secondo Pindaro, era un mostro dalle cento teste, inviso dagli deii, un tempo nutrito nel famoso antro di Cilicia, poi giacente nell’orrido Tartaro; successivamente i campi sopra Cuma, bagnati dai flutti, e la Sicilia ne premono l’irsuto petto; e una colonna del cielo, l’Etna nevosa, lo incatena.

Di Serena Pagano

(Continua)

Tratto da Il Giornale di Giarre edizione settembre 2021

http://www.limedizioni.com/portfolio/il-giornale-di-giarre-settembre-2021/

Precedenti post sull’argomento

http://www.limedizioni.com/archive/news/etna-monte-olimpo-e-marte/

http://www.limedizioni.com/archive/news/cenere-vulcanica-risorsa/

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